Dante Donegani
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Ieri la premiazione del concorso che ha visto sul gradino più alto del podio la genovese Alessandra Parodi, autrice del manifesto di Cersaie 2010. Già pronto il tema della prossima edizione, che vedrà protagonisti, ancora una volta, giovani professionisti provenienti dalle migliori Università di Architettura e Istituti di Design italiani
“Non ho fatto altro che immaginare una piastrella e abbinarla ad un picciolo. Ho cercato di immaginare l’Eden Ceramico in tutta la sua bellezza, ma anche in tutta la sua semplicità”. Così Alessandra Parodi, studentessa di Design del prodotto e degli eventi presso la facoltà di Architettura dell’Università di Genova, ha descritto il proprio progetto, durante la cerimonia di consegna del premio vinto nell’ambito del concorso “Fare grafica. Beautiful ideas”.
“Il concorso – ha sottolineato Andrea Ligabue del Consiglio direttivo di Confindustria Ceramica – è nato l’anno scorso, per coinvolgere giovani professionisti di Università di Architettura e Istituti di Design italiani nell’elaborazione del manifesto di Cersaie. Un’iniziativa che ripeteremo sicuramente l’anno prossimo”.
Tema di quest’anno, l’Eden Ceramico. Un tema improntato – come ricorda il bando di concorso – sul cambiamento della società in atto, che si confronta con nuovi scenari globali, e che richiede ai materiali ceramici, al design, allo sviluppo sostenibile un nuovo modo di abitare il pianeta. Un nuovo approccio nel quale il design riguarda la creazione di beni immateriali come l’estetica delle cose, la relazione tra le persone, il saper vivere e spendere bene il proprio tempo.
“Era molto difficile – ha spiegato Aldo Colonetti, curatore scientifico dell’iniziativa, complimentandosi con la vincitrice – rendere in modo sintetico un concetto così complesso, come complesso è il mondo della ceramica che si dà appuntamento qui a Cersaie. Una fiera che domani si chiude e, idealmente, siamo qui anche per passare il testimone a coloro che verranno dopo di noi. Gli eventi di oggi, da Alessandra Parodi a Lorenzo Piazza, il giovanissimo architetto intervenuto per presentare il Central St. Giles, sono la dimostrazione che l’Italia non è un paese di ‘anziani’. Abbiamo ideato Beautiful Ideas non solo per dare a Cersaie una nuova immagine. Abbiamo ideato questo ed altri concorsi, e le relative mostre, per dare ai giovani occasioni di visibilità, per permettere loro di realizzarsi professionalmente”.
Concorsi che, secondo Franco Origoni, architetto e membro della giuria insieme a Lia Piano, Michele De Lucchi e Beppe Finessi, sono essenziali per fare in modo che le idee migliori possano emergere. In tutto 123, ai progetti presentati è stato riservato uno spazio espositivo dedicato, nell’area della fiera dedicata alle mostre.
“La qualità media dei progetti – ha rilevato Franco Origoni – è molto interessante. Alcuni attinenti al tema, altri meno, in ogni caso tutti lavori di elevata qualità grafica, con pochi segni ridondanti o di maniera. Consiglio a tutti di venirli a vedere, per capire quali sono le ultime tendenze. Sarà da qui che dovranno partire per costruire qualcosa di nuovo”.
“Il lavoro dei grandi designer, alcuni dei quali sono intervenuti qui a Cersaie, da un certo punto di vista è più facile – ha commentato il designer Dante Donegani durante la cerimonia di premiazione – perché nel loro lavoro hanno la possibilità di esprimere la loro poetica. Il loro lavoro rispecchia quasi sempre la loro personalità. Per un giovane professionista, che nella maggior parte dei casi non ha ancora elaborato una propria strada, una propria poetica, c’è un’interpretazione più generale di quelli che sono i luoghi del mondo ceramico”.
Più generale e anche particolarmente riuscita, visto che la ceramica è “wellness”, benessere, ma il bando di quest’anno si proponeva l’ambizione di estendere “il wellness individuale al wellness del pianeta”. Come trovare un tema più forte, per la prossima edizione del concorso? Ecco fatto, in quella di oggi che ha voluto essere anche l’occasione di lancio ufficiale dell’edizione 2011 di Fare grafica – Beautiful Ideas.
Si chiama Ceramic Evolution, e rinuncia del tutto, per usare le parole di Franco Origoni, a indirizzare l’elaborazione verso grandi temi o proclami: “Non dobbiamo più chiederci – dice – dove va la ceramica, ma dove noi vogliamo far andare la ceramica”. Un modo anche per recuperare la vera natura di questo prodotto, “cresciuto un poco alla volta grazie a piccole modifiche, aggiunte, elaborazioni; è in questo modo che sono nati prodotti incredibili”.
Ufficio Stampa Cersaie – 2 OTTOBRE 2010 - pressoffice@cersaie.it