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Convegni e Seminari 2010
Lectio Magistralis David Childs, SOM.

Giovedì 30 Settembre ore 11,00
Palazzo dei Congressi, Sala Europa

Dopo l’11 settembre, Ground Zero: il progetto e la costruzione della torre più alta di New York

Relatori

David M. Childs Leggi

David M. Childs

Architetto, Skidmore, Owings & Merrill (USA)

Abstract
La Storia del World Trade Center:
Sviluppo storico del sito del WTC nel cuore della città: 1767 inizio costruzione WTC originario, Sviluppo del WTC originario, 11 Septembre 2001.
7 WTC: Design urbano e architettonico, Costruzione, Punto di partenza per un ulteriore sviluppo del sito.
Progetto: Progetto Liebskind, Evoluzione del progetto.
WTC 1 (Freedom Tower): Design urbano, rapporto col progetto, rapporto col memoriale, rapporto col progetto originale della torre realizzato da Yamasaki, design architettonico, Forma Torre (piano, sezione), Scultura antenna, Parete Ventilata, Base (Struttura, Superficie), Spazi pubblici all’esterno, Entrata Lobby, Sicurezza, Design sostenibile, Condizione attuale della costruzione.

Nota biografica
David M. Childs è Presidente emerito della Skidmore, Owings & Merrill. Continua a collaborare con SOM/NY come consulente designer su alcuni progetti selezionati. Laureatosi alla Deerfield Academy, all’Università di Yale e alla Yale School of Art and Architecture, Childs entra a far parte dell’organico di SOM nel 1971 presso la sede di Washington, D.C., dopo essere stato Responsabile della Progettazione presso la Pennsylvania Avenue Commission, sotto la direzione di Nathaniel Owings e Daniel P. Moynihan. Nel 1984, Childs torna all’ufficio SOM di New York, dove diventa Senior Design Partner.

Childs è stato anche Presidente della National Capital Planning Commission e della Commission of Fine Arts di Washington, entrambe nomine presidenziali. I suoi impegni civici attuali comprendono la Presidenza della Municipal Art Society e l’appartenenza al Consiglio di Amministrazione dell’American Academy di Roma e della National Housing Partnership Foundation. Tra le altre istituzioni dove ha occupato posizioni di rilievo ricordiamo il Consiglio di Amministrazione del Museum of Modern Art, del National Building Museum e dell’Architectural League. È inoltre membro dell’American Institute of Architects.

I progetti che Childs ha realizzato a Washington comprendono: il piano urbanistico del Washington Mall nel 1976 e i Constitution Gardens; la sede del National Geographic e dell’U.S. News and World Report; gli hotel Four Seasons, Regent e Park Hyatt; l’espansione del terminal principale dell’Aeroporto Internazionale di Washington-Dulles. Tra i vari progetti realizzati a New York possiamo annoverare: il Worldwide Plaza (oggetto di un documentario televisivo in 8 puntate); il New York Mercantile Exchange; il JFK International Arrivals Building; il quartier generale della Bear Stearns (ora J.P. Morgan); il piano urbanistico del Riverside South; la ristrutturazione e la conservazione della Lever House; il quartier generale della Time Warner a Columbus Circle; il World Trade Center 7, la prima torre ricostruita su Ground Zero dopo l'11 settembre, che ha ricevuto grandi elogi.

Gli altri progetti più importanti seguiti da Childs negli Stati Uniti comprendono: lo Swiss Bank Center di Stamford, Connecticut; la piscina coperta e l’edificio che ospita le facoltà di Matematica, Scienza e Tecnologia, entrambi presso la Deerfield Academy, a Deerfield, Massachusetts; il Palazzo di Giustizia di Charleston, West Virginia. A livello internazionale, Childs ha realizzato o sta portando a termine progetti quali il nuovo Aeroporto Internazionale Lester B. Pearson di Toronto, Canada; l’Aeroporto Internazionale Ben Gurion di Tel Aviv, Israele; il West Ferry Circus di Canary Wharf  a Londra; l’Ambasciata degli Stati Uniti ad Ottawa, Canada; e il Tokyo Midtown, un complesso di 5,4 milioni di piedi quadrati a destinazione d’uso mista situato nel cuore del Distretto di Roppongi.
 
Attualmente Childs sta lavorando alla progettazione del World Trade Center 1 (precedentemente chiamato Freedom Tower) presso il World Trade Center, la parte centrale del complesso commerciale di Ground Zero, e alla nuova Stazione Ferroviaria Moynihan situata nello storico Ufficio Postale Farley a New York City.

Childs ha partecipato – in qualità di giurato e, spesso, di presidente – a diverse premiazioni di design locali e nazionali; è stato critico ospite e coordinatore di studio presso Facoltà di Architettura di università rinomate. Infine, ha partecipato, anche come relatore, a diversi convegni e conferenze. I suoi lavori di design sono stati pubblicati in lungo e in largo sia a livello locale, che a livello nazionale ed internazionale.


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Francesco Dal Co Leggi

Francesco Dal Co

Architetto e Docente di Storia dell'architettura, IUAV Venezia
Nota biografica
Si laurea in architettura nel 1970 all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), 1970
Cattedra di Storia dell’Architettura, IUAV. Diversi gli incarichi di docenza: Professor, History of Architecture, School of Architecture, Yale University (1982-1991), Professore, Storia dell’Architettura, Accademia di Architettura, Università della Svizzera Italiana (1996-) Direttore, Dipartimento di Storia dell’Architettura, IUAV (1995-2003).
E’ stato direttore, Sezione Architettura, della Biennale di Venezia (1988-1991).
Dirige la rivista “Casabella” dal 1996.
Senior Fellow, Center for Advanced Studies, National Gallery of Art, Washington DC Scholar, Center for Advanced Study, Getty Center, Los Angeles.
Accademico di San Luca.
Tra le sue pubblicazioni : Hannes Meyer. Scritti, 1921-1942, Marsilio, Venezia 1969 (ed. spagnola)
De la vanguardia a la metropoli (con M. Cacciari e M. Tafuri), Gili, Barcelona 1972
La città americana (con G. Ciucci, M. Manieri Elia, M. Tafuri), Laterza, Roma-Bari 1973 (ed. inglese, americana)
Architettura contemporanea (con M. Tafuri), Electa, Milano 1976 (ed. inglese, francese, spagnola, tedesca, americana, giapponese, cinese)
Abitare nel moderno, Laterza, Roma-Bari 1982 (ediz. spagnola)
Teorie del moderno, Laterza, Roma-Bari 1982 (ediz. spagnola)
Carlo Scarpa. Opera completa (con G. Mazzariol), Electa, Milano 1984 (ed. spagnola, francese, inglese, americana)
Figures of Architetcure and Thought, Rizzoli, New York 1991
I Musei di James Stirling (con T. Muirhead), Electa, Milano 1991
Architettura italiana del Novecento (con G. Ciucci), Electa, Milano 1992
Tadao Ando. Le opere, gli scritti, la critica , Electa, Milano 1994 (ed. inglese, potoghese)
Storia dell’architettura italiana. Il secondo Novecento (a cura di), Electa, Milano 1997
Carlo Scarpa. Villa Ottolenghi, Monacelli Press, New York 1998
Giovan Battista Piranesi in G.Curcio e E. Kieven (a cura di), Storia dell’architettura italiana. Il Settecento, Electa, Milano 2000
Membro dei comitati di direzione di diverse riviste specializzate internazionali, ha fondato il premio di architettura "Andrea Palladio" e ha fatto parte delle giurie di numerosi concorsi di architettura internazionali e nazionali.
Dal 1981 dirige il settore di architettura della casa editrice Electa di Milano.

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Video interviste

David M. Childs

Comunicato stampa "Così ho costruito la torre più alta di New York"

A Cersaie la lectio magistralis di David M. Childs, presidente di SOM e "archistar" di fama mondiale. "Sono la semplicità e la cura per i dettagli che fanno grande l'architettura", ha detto Childs. I grandi maestri? "Sono importanti, ma ancora di più lo sono le idee, il modo di metterle in pratica, la capacità di immaginare il futuro"

 

 

Costruire una città migliore. Cogliendo un’opportunità anche laddove la tragedia e la follia umana hanno colpito più duramente. Dimostrando con i fatti che l’architettura può essere di più, molto di più, della pur nobile arte di interpretare gusti e mode del momento. Questo il biglietto da visita con cui David M. Childs, architetto di fama mondiale con 40 anni di carriera alle spalle – molti dei quali passati al timone della Skidmore, Owings & Merril LLP (SOM) – si è presentato ieri al Cersaie. Di scena, la “lectio magistralis” che ha visto l’“archistar” prendere la parola in un Palazzo dei Congressi gremito, per carpire dalla viva voce del maestro come trasformare le “visioni”, quasi idee platoniche che ballano nelle menti degli architetti, in progetti concreti, realizzati o realizzabili. Anche in un luogo, “ground zero”, considerato da molti sacro, inviolabile. La sfida di Childs? Restituire “ground zero” alla vita, restituirlo alla città.  

 

“Certamente questo è stato un progetto emozionante – ha osservato Childs – lo è stato per tutti gli americani, specialmente i newyorkesi, e ancora di più lo è stato per quelli, come noi, che hanno lavorato sul sito. Ma noi newyorkesi guardiamo a questa faccenda come a un’opportunità per ricominciare, ricostruire. Dobbiamo partire dal presupposto che buona parte della nostra città non è un ‘bel posto’. In questo caso ci è stata data l’opportunità di tornare indietro e di costruire meglio, non solo dal punto di vista del design, ma per rendere questo complesso davvero parte integrante della città, e non solo un luogo di memoria. Abbiamo lavorato duramente a questo progetto affinché questa parte della città torni ad essere un luogo trasparente, senza muri o armi, ma un posto che le persone possano vivere e ricordare, un posto migliore di quel che è stato nell’ultimo mezzo secolo”.  

 

David M. Childs: un esempio per i colleghi, una guida per i giovani architetti, anche oggi numerosi in fiera e a cui questa edizione di Cersaie ha riservato un ruolo da protagonisti, con mostre, concorsi, occasioni di formazione e di grande visibilità. Giovani che, ha rilevato Childs, non devono stare a guardare. Giovani che possono misurarsi con questo tipo di sfide, lavorando fianco a fianco con professionisti di lunga esperienza.  

 

A quest’ultimo progetto – ha precisato il presidente di SOM – hanno lavorato sia architetti esperti sia architetti più giovani. I designer del memorial, per esempio, probabilmente l’edificio più importante di ‘ground zero’, è stato realizzato da giovani architetti, e il risultato in termini di design è molto buono. La stessa costruzione del museo è stata affidata a un giovane architetto finlandese. Non è che l’età che conta ma le idee, il modo in cui le si mette in pratica, la capacità di immaginare il futuro. Combinando questi aspetti, otteniamo il meglio sia dalle persone di esperienza sia dai giovani”.   Innovazione, qualità, management: queste le parole d’ordine che da più di mezzo secolo sono carattere distintivo di SOM. Nessun timore di pensare in grande, ma sempre partendo dal fare, dal costruire, dai materiali e dalle loro peculiarità. Con estetica e funzionalità che diventano, in quest’ottica, due facce della stessa medaglia.                  

 

“La qualità del design, che dovrebbe essere sempre eccellente, è quel che distingue l’architettura dalla scultura. L’architettura – ha sottolineato Childs – deve anche essere pratica, l’architettura è una scienza, deve infondere nei progetti che realizza un’idea di ‘qualità dello spazio’: a beneficio delle persone, del paesaggio, della stessa qualità della vita. Il design non deve solo rappresentare la moda del momento: deve interpretare il gusto estetico, certo; ma una buona architettura deve essere anche funzionale, e in questo caso gli uffici che abbiamo realizzato sono i migliori uffici d’America. L’architettura deve essere un’attività di successo in termini anche economici. Questi aspetti devono essere considerati assieme, quando si realizza un progetto. E quando questo riesce, i risultati sono eccellenti”.  

 

Il Washington Mall, il quartier generale del National Geographic, il terminal del Dulles Airport a Washington, oltre a tutta una serie di progetti nella “grande mela” che vanno dal Worldwide Plaza al New York Mercantile Exchange, dal JFK International Arrival Building al quartier generale di JP Morgan e all’intero piano urbanistico del Riverside South. Un curriculum sterminato, quello di Childs, che affonda le proprie radici nell’oramai lontano 1971 fino ad arrivare ai progetti più recenti, che riguardano, tra le altre cose, la ricostruzione della parte centrale di Ground Zero e il rinnovamento della stazione ferroviaria ubicata nello storico ufficio postale di New York. Quale edificio interpreta meglio la “visione” di Childs? In quale edificio, gli è stato chiesto, si riconosce di più?  

 

“È molto difficile da dire, la storia è più facile farla a posteriori, guardando i successi e i fallimenti. Certe volte si da il meglio, altre il risultato non è così perfetto come ti aspettavi, altre volte è il risultato migliore di sempre. Il primo edificio che ho disegnato a ground zero, che sorge nel luogo dove è crollata la terza e ultima torre, è probabilmente il migliore, sia intermini di funzionalità, sociale ed economica, sia in termini estetici. Un edificio molto semplice, lineare, elegante nei dettagli. Probabilmente il segreto è tutto qui. Non è la volontà di seguire la moda del momento, ma la semplicità e la cura per i dettagli che possono rendere grande l’architettura”.    

 

 

Ufficio Stampa Cersaie – 1 ottobre 2010 - pressoffice@cersaie.it

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